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Mastoplastica Additiva

Anestesia: Generale  Durata: 1.5-2 ore Degenza:  1 giorno  Recupero: 2 settimane.

La MASTOPLASTICA ADDITIVA (aumento volumetrico delle mammelle) è sicuramente uno degli interventi più richiesti e la tendenza è quella di consigliare impianti protesici il cui volume consenta di ottenere un risultato naturale, armonico, e nel rispetto delle proporzioni corporee.

Fondamentale è la scelta della forma e del tipo di impianto protesico poichè, unitamente
alla forma iniziale del vostro seno, questo influenzerà in maniera definitiva il
risultato finale.
Le protesi mammarie possono essere di tipo ANATOMICO o TONDE

In linea generale la scelta tra i due tipi di impianti dipende da diversi fattori: nelle
pazienti che hanno un seno molto piccolo, appena abbozzato, con poca forma
si consiglia l’impianto anatomico mentre in una paziente con un seno più definito,
voluminoso in cui privilegiare l’aumento volumetrico rispetto alla definizione
della forma, si consiglia l’impianto tondo.

La Protesi Anatomica

Permette di simulare un profilo mammario che, in alcuni casi, può essere
praticamente sovrapponibile ad una mammella naturale, il punto di maggior
proiezione della protesi permette di riempire maggiormente il polo inferiore della
mammella. L’uso di questi impianti si consiglia nelle pazienti magre,
che si presentano con seni molto piccoli, poco definiti. Questo tipo di
impianto comporta però un alto grado di attenzione della paziente la quale deve
attenersi scrupolosamente alle indicazioni post-operatorie. E’ fondamentale che in
questo periodo il movimento delle braccia e la ripresa dell’attività sportiva
seguano una tempistica sufficientemente lunga affinchè avvenga una
stabilizzazione protesica tale da impedire la rotazione dell’impianto.

La Protesi Tonda

Permette di ottenere un maggior riempimento del quadrante superiore
della mammella, consigliata in tutti quei casi in cui la paziente si presenta con un
seno sufficientemente formato, ben definito nella forma.

Le incisioni

Le vie di accesso più utilizzate sono:
1) Il solco mammario: si consiglia quando le dimensioni dell’areola sono troppo
piccole per consentire il passaggio della protesi.
2) Via areolare: anche se più complicata, la cicatrice che ne residua è spesso invisibile.

Dove vengono posizionate le protesi

PIANO SOTTOGHIANDOLARE: si  utilizza in casi selezionati, nelle pazienti che hanno una plica cutanea abbondante, molto spessa. La protesi viene posizionata al disopra del muscolo grande pettorale.

TECNICA “DUAL PLANE”: è la tecnica di posizionamento maggiormente utilizzata nelle pazienti molto magre con una plica cutanea sottile e con poco seno. La protesi
risulta posizionata in parte sotto il muscolo grande pettorale in modo tale da
coprire il polo superiore dell’impianto riducendo la possibilità che se ne vedano i
bordi in corrispondenza del decolletè. La porzione inferiore della protesi verrà
rivestita dal tessuto ghiandolare mammario preesistente.

Informazioni preoperatorie

Bisogna evitare l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS come
l’aspirina) nella settimana precedente la data dell’intervento poichè sono farmaci
che possono favorire il sanguinamento.

Informazioni postoperatorie

Nel corso delle prime 24-48 ore la paziente affronta la fase più delicata del suo
percorso post operatorio. Durante questo periodo tutto è finalizzato alla gestione
del dolore locale: la terapia antidolorifica e un corretto atteggiamento posturale
della paziente (come limitare il più possibile l’uso delle braccia) annullano o
riducono al minimo questa sintomatologia.
Nei giorni successivi la paziente può gradatamente riprendere le sue attività
quotidiane facendo attenzione ad evitare sforzi fisici.
Deve dormire in posizione supina per un paio di settimane.
La guida dell’automobile è consentita dopo 10-12 giorni.
La ripresa dell’attività sportiva potrà avvenire dopo circa 30 giorni. Per le
pazienti in cui si è optato per l’impianto di protesi anatomiche questo dovrà essere
necessariamente posticipato di altre 3-4 settimane.
Durante il primo mese, dall’immediato post operatorio, la paziente dovra’ indossare
un reggiseno sportivo con allacciatura anteriore.

Possibili complicanze

Ematoma post chirurgico

Complicanza precoce che normalmente può insorgere nelle prime 24-48 ore post
operatorie, caratterizzato dalla comparsa di un aumento di volume con dolenzia del
seno interessato. Questo può verificarsi nonostante la presenza dei drenaggi
mammari ed è conseguente alla riapertura di un piccolo vaso sanguigno. Quando si
verifica richiede necessariamente una revisione chirurgica.

Sieroma

Complicanza che puo’ verificarsi nelle prime settimane post intervento o, in alcuni
casi, anche a distanza di mesi. Generalmente viene trattata farmacologicamente con
l’uso di antinfiammatori assunti per via orale. Pecauzionalmente si associa anche
una terapia antibiotica. Molto raramente si decide per una revisione chirurgica e
generalmente questo viene fatto quando il sieroma diventa recidivo non
risolvendosi spontaneamente.

Contrazione capsulare

Alla presenza di un corpo estraneo, come una protesi mammaria, l’organismo si organizza isolandolo mediante la formazione di una capsula cicatriziale che circonda completamente la protesi. La superficie rugosa della stessa (testurizzazione) aderendo alla capsula permette di consolidare l’impianto protesico nel contesto tissutale che lo circonda.
In un numero limitato di casi ( 4%) la capsula periprotesica può andare incontro ad inspessimento e a contrazione determinando fenomeni di deformazione della forma del seno, comparsa di dolore locale e irrigidimento dei tessuti che rivestono l’impianto comportando, nei casi più gravi, la comparsa di una asimmetria mammaria.
Questa complicanza che può verificarsi a distanza di mesi o anni dall’intervento e
che generalmente interessa una sola delle due mammelle, richiede necessariamente
una revisione chirurgica. Attualmente non esiste una spiegazione scientifica che
spieghi esattamente le cause che determinano la comparsa di questa complicanza ma nella letteratura internazionale molti articoli descrivono quelli che sono i fattori
che sicuramente ne riducono l’incidenza:
La testurizzazione, cioè la presenza di una superfice rugosa della protesi riduce sicuramente la quantità di tessuto cicatriziale che l’organismo produrrà avvolgendola.
La profondità in cui si inserisce l’impianto: si è osservato che l’incidenza della contrattura capsulare è
maggiore nelle pazienti molto magre in cui l’impianto è stato posizionato in sede
sottoghiandolare. In questa tipologia di pazienti, l’impianto dual plane ne riduce
sicuramente il rischio.
Dislocazione o rotazione della protesi anatomica

L’utilizzo delle protesi anatomiche deve essere attentamente valutato poichè
strettamente dipendente dallo stile di vita della paziente. Queste protesi,
conseguentemente ad un movimento involontario delle braccia o per effetto
dell’uso di reggiseni troppo stretti con effetto push up, o perche’ la paziente
dorme in posizione non appropriata, possono andare incontro ad una rotazione con
modificazione del profilo della mammella che in alcuni casi può essere corretto
manualmente ma che, in altri, richiede necessariamente una revisone chirurgica.
Pertanto, quando si decide di ricorrere all’uso di protesi anatomiche le pazienti
devono sapere che:
– l’uso delle braccia deve essere quasi assente, nelle prime settimane è consentito
il movimento libero dell’avambraccio ma il braccio sempre vicino al busto.
– L’attività sportiva che richiede l’uso del muscolo pettorale (sollevamento di
carichi importanti con le braccia, uso di manubri o di bilanceri in palestra, potrà
riprendere non prima di 40 giorni.
– Porre particolare attenzione anche a piccoli movimenti della vita quotidiana, come
scendere dal letto, dove istintivamente ci si aiuta con l’uso delle braccia.
– Astenersi dalla guida dell’autoveicolo per almeno 3.4 settimane.

Alterazioni della sensibilita’

Si possono verificare, occasionalmente, delle alterazioni della sensibilità del
complesso areola capezzolo. Si tratta molto spesso di alterazioni transitorie che si
risolvono a distanza di alcuni mesi. Raramente tali alterazioni possono permanere in via definitiva.